Farfallina.C
Hachiko, un cane di razza, nasce in una fattoria dove viene adottato da un professore di nome Ueno che lo porta a vivere nella sua abitazione. Ogni mattina, puntualmente, il professor Ueno si dirigeva verso la stazione per motivi di lavoro, naturalmente accompagnato dal suo cane. Alle ore 17.00 in punto il cane va ad aspettare il padrone che torna dal lavoro.
Il 21 maggio 1925, il professor Ueno morì, ma il cane continua tutti i giorni, seguendo le sue abitudini,ad andare alla stazione alle ore 17.00. Lì lo aspetta ogni giorno, ma il professore non torna. Con il passar del tempo il capostazione e le persone della zona cominciano ad accorgersi del comportamento del cane e a volte se ne vanno alla stazione solamente per accarezzarlo o per dargli qualcosa da mangiare.
Dopo molti anni, Il cane, anche se vecchio, continua comunque ad andare alla stazione. Purtroppo Hachiko muore l'8 marzo 1935. Al cane viene anche dedicata una statua di bronzo per la sua lealtà e l'amore provati nei confronti del padrone.
Ma c'è anche una storia tutta italiana simile a quella di Hachiko il cui protagonista è Fido
Borgo S. Lorenzo, 1941
Una sera di inverno un uomo trovò un cucciolo di cane ferito, l'uomo subito decise di portarlo con sé, di curarlo e di chiamarlo Fido. Il cane si affezionò così tanto al suo padrone che lo accompagnava tutte le mattine a prendere la corriera per motivi di lavoro. Alla sera il cane andava a prendere il suo padrone alla fermata e poi i due insieme tornavano a casa. Il 30 dicembre 1943 il padrone morì per un bombardamento dovuto alla guerra, e la sera stessa Fido andò ad aspettare il suo padrone per tornare a casa. Ma non lo vedeva arrivare.
Il cane non perse l'abitudine di recarsi alla fermata con la speranza del ritorno del suo padrone, anche se egli non sarebbe mai più tornato, finché non morì. Il sindaco della città gli diede una medaglia d'oro davanti a tutti i cittadini per la sua immensa fedeltà!!!
Fido morì il 9 giugno 1958.
"Quelle di Hachi e di Fido sono due storie semplici e straordinarie insieme, che raccontano di sentimenti al limite dell’umanità fatti propri da musetti pelosi e code canine. Proprio loro, i cani, che spesso sono abbandonati non riescono ad abbandonare i loro padroni nemmeno dopo la morte. E chissà se prima di lasciare questo mondo, i due non abbiano rivisto, come in sogno, rispettivamente il signor Ueno e il signor Soriani, per quell’ultima carezza mai arrivata. È un pensiero che consola tutti e che ripagherebbe loro, Hachi e Fido, di tutta quell’estenuante attesa, loro che non hanno mai imparato a chiedere, ma semmai insegnato a donare". Da "instoria.it"..
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